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ore 22:05 il mistero della macchina da scrivere
capitolo XXIV
Riassunto dei link precedenti
Arianna e Francesco sono in casa di lei, mentre cercano di spiegarsi reciprocamente cosa stia accadendo...
“Mi ascolti bene… non c’è niente di soprannaturale in quella macchina… niente.” Le accarezzò i capelli. “Forse si arrabbierà per quello che sto per dirle… ricorda quando ieri sera venni a riportarle la gattina?”
“Si.”
“Mentre lei era su a prendere il disinfettante, mi avvicinai alla macchina da scrivere... e mi accorsi che anche lei aveva scritto qualcosa. Ho letto il suo testo e questa mattina ho fatto finta di scivolare, insomma: ho messo in scena quel che lei aveva descritto.”
“Perché?” Chiese lei spiazzata dalla rivelazione.
“… non lo so. Anzi si... è che desideravo rivederla.”
“Però io sono venuta a casa sua, questo non lo ha pilotato lei.”
“Solo perché era spaventata, altrimenti non lo avrebbe mai fatto.”
“Ora dovrei essere arrabbiata… ha violato la mia privacy.”
“Si, è vero, ma non mi dispiace. L’espediente mi ha dato l’opportunità di rivederla.
Ma una cosa voglio che le sia chiara: non ha ucciso nessuno perché non c’è nessun incantesimo su questa macchina.” Francesco voleva salvaguardare la sua salute mentale ad ogni costo.
“Però potrebbe esserci qualcuno in giro che mi sta cercando.”
“In questo caso quel qualcuno se la vedrà con me. Perché sarò la sua ombra, la seguirò ovunque.”
Lei rise divertita. “Spero non… ovunque.”
“Se sarà necessario anche lì. E comunque stasera non la lascio sola.” Le sorrise. “E’ così che voglio vederla.”
“Come?”
“Sorridente. E coraggiosa.”
“Grazie. Sa, ora dormirò un po’ più tranquilla. Se quell’uomo verrà, lo affronterò. Si!"
“Certo. Se non ha una camera per gli ospiti, posso dormire sul divano… a meno che…” Lei lo guardò seria. “…Niente…” Si persero uno negli occhi dell’altro. Lei si riprese per prima.
“Ah..ecco…volevo… dirle che per me va bene.” Gli disse.
“Cosa?”
“Darci del tu.” Lui storse il naso.
“Mmm, non lo so, il tu avvicina troppo le persone…” Ad Arianna si spense il sorriso.
Ben ti sta, cretina! Poi si avvicinò, attirandola a sé. “Certo che si… il tu mi permette anche di baciare un’amica”.
Le sfiorò le labbra. Il lieve bacio le aveva fatto piacere. L'uomo neanche neanche le sembrava invadente come il giorno prima.
--- Fine ventiquattresima parte
