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MAIA

ore 18:35 il mistero della macchina da scrivere
capitolo XVIII
Riassunto dei link precedenti
Durante la regressione ipnotica, Arianna ricorda d'essere stata moglie di Giuseppe Balsamo, ma al tempo stesso l'amante del vero conte Caglioistro...
“Mi innamorai di Alessandro. Lo so, è una cosa sbagliata... ma non ho potuto evitarlo. Ero attratta da quegli attimi con lui. Volevo i suoi baci, le sue carezze. Altrettanto quanto li desiderava lui. Non sapevo sottrarmi alle sue labbra che mi baciavano la gola, le sue mani che mi causavano strani tremori e si muovevano su di me scoprendo ogni parte del mio corpo.“
Vide suor Gerarda abbassare lo sguardo.
“Scusi.”
La suora alzò lo sguardo e con un sorriso scosse la testa.
"Raccontai ad Alessandro ogni cosa di me. Lo stesso feci col suo amico giornalista. Rivelai gli intrighi e gli imbrogli perpetrati da mio marito... alcuni purtroppo compiuti col mio vergognoso aiuto.
Quando mio marito tornò dalla Svizzera, scoprì la cosa e mi fece ritrattare tutto. Poi, non contento, minacciò di uccidere Alessandro e intanto prese a rovinarlo. Pensi che pur di screditarlo fa credere di poter trasformare il bronzo in oro. Invece sostituisce i recipienti con la complicità di un frate che lui stesso ha convertito alla Massoneria.
Alessandro invece è davvero esperto in arti magiche, non come quell’imbroglione di mio marito. Mi pregò di restare con lui, ma io non lo feci... proprio per salvaguardare la sua vita. Alessandro però ha promesso che si vendicherà del tanto male che Giuseppe gli sta facendo. Se non in questa vita, in un altra -mi diceva- Giuseppe pagherà. Non posso dimenticare quello sguardo mentre mi sussurrava: mi vendicherò, io so come fare, mi vendicherò..."
Trascorsero alcuni minuti senza che Arianna proferisse parola. Nello studio della casa di Francesco, si avvertivano solo i rumori in lontananza della festa.
“Arianna? Lorenza?” Domandò Leonardo.
Lorenza si sentì trascinare in una dimensione di angoscia. Stretta in una morsa, dibattendosi verso la sopravvivenza, rincorrendo il respiro, il movimento. Sprofondò in un abisso di buio impenetrabile.
“Lorenza, dove sei?” Silenzio.
Il dottore cominciò ad allarmarsi.
“Dove ti trovi adesso?” Incalzò.
“Sono a letto.”
“Lorenza sei in convento?”
“Non mi chiamo Lorenza, sono Letizia.” Il dottore rimase sconvolto dalla risposta. La teoria delle molteplici vite… trovava nuove conferme.
--- Fine diciottesima parte
