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ore 18:45 il mistero della macchina da scrivere

capitolo XIX

Riassunto dei link precedenti

Durante la seduta ipnotica, Arianna racconta d'una precedente vita, portandoci in un'epoca remota e facendo inattese rivelazioni. Ma inatteso accade dell'altro... Arianna ci racconta di una ulteriore vita più recente...

 

 

Il medico emozionato le domandò: “In che anno sei?”

 

“E’ il 29 settembre 1944.”

 

“Dove ti trovi?”

 

“A Caprara.”

 

 

 

Letizia cercò di trattenere per un braccio Damiano.

 

-“Non andare.” Lui si fermò, si voltò e la baciò.

 

-“Devo farlo. E' tardi e gli altri mi aspettano.”

 

-“Odio la guerra.”

 

-“Anch’io. Ma bisogna contrastare la strategia dei nazisti: terrorizzano la popolazione civile per annullare qualsiasi forma di resistenza.”

 

-“Rivoglio la nostra vita, tu che scrivevi romanzi e io …” Si avvicinò a lui e gli accarezzò il petto. “...che ti ispiravo.” Concluse con voce roca.

 

-“Sei una strega!” Disse lui dandole una pacca sul sedere nudo.

 

-“Lo so" Sorrise "E ho fatto un incantesimo...”

 

-“Umm, lo so… ti amo alla follia.” Lei diventò seria.

 

“No, nessun incantesimo d’amore. Per quello voglio che mi ami senza inganni.”

 

“Che tono serio! E dimmi, quale sarebbe l’incantesimo?”
Si alzò, prese la camicia da notte in fondo al letto, la infilò dalla testa e corse verso la scrivania. Accarezzò la macchina da scrivere che con tanti sacrifici gli aveva regalato. Aveva venduto polli, conigli, olive e frutta, risparmiando fino all’ultimo centesimo per potergliela comprare. Lui aveva talento e meritava che gli venisse riconosciuto.

 

Si mise seduta. Inserì un foglio e scrisse un biglietto. Glielo fece leggere.

“Hai fatto un incantesimo alla macchina?” Le disse divertito.

“Hai scoperto il mio segreto, sono una strega. Tutto quello che scriverai si avvererà.”

“Cosa? E perché tutto questo?”

“Diventerai famoso, i tuoi libri andranno a ruba, tutti vorranno comprarli per sapere quello che succederà nella vita reale!” E servirà anche per qualcos’altro…

“Tu sei matta!” Sorrise e l’abbracciò. Damiano sapeva che non era possibile.
Lei gli tolse il biglietto dalle mani, lo piegò per bene e lo inserì tra i martelletti della macchina da scrivere.

 

“Anche lei aspetterà il tuo ritorno.” Lui intanto si era rivestito. Lei mise la macchina da scrivere nella custodia, la nascose in fondo al sottoscala, e ne chiuse con cura il pesante sportellone.

 

--- Fine diciannovesima parte

 

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