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ore 18:05 il mistero della macchina da scrivere
capitolo XVII
Riassunto dei link precedenti
Durante la seduta di regressione ipnotica, Arianna ricorda nitidamente una sua vita precedente. Il suo nome in quella vita era Lorenza...
Nella spoglia stanzetta del convento di Sant’Apollonia, Lorenza era seduta alla piccola scrivania. Si rammaricava di non saper scrivere. Il leggere e lo scrivere l’avrebbero aiutata a trascorrere quel tempo lento e inesorabile.
Le sue attvità erano mangiare, pregare -cosa che suo marito Giuseppe Balsamo le aveva sempre proibito di fare- e partecipare alla messa con le suore che la ospitavano.
Mi ospitano? Non sono un’ospite, ma una prigioniera.
In quel mentre, Suor Gerarda entrò e si sedette accanto a lei.
“Vuoi un po’ di compagnia Lorenza?” Lei guardò l’anziana suora che ogni giorno le veniva a portar da mangiare. Era l’unica con cui scambiava due parole.
“Si, grazie.”
“Sei sempre triste.”
“Si sorella, non amo restare rinchiusa…”
“Ma tu sai d'esser qui a causa di quello che hai fatto….”
“E’ vero, ho fatto cose orribili. Certo, avrei potuto rifiutarmi e qualche volta l’ho fatto, ma guardi a quale prezzo...”
Si scoprì una parte della schiena. La suora arretrò di qualche centimetro inorridita.
"Vecchie cicatrici. Le risparmio la visione di altre parti del corpo.”
“Mi dispiace.”
Lei guardò la suora e sorrise.
“Non è stato sempre così, anch’io ho avuto la mia parte di felicità. Durata solo qualche giorno, ma l’ho avuta.” Suor Gerarda per rincuorarla, allungò una mano sulla sua e gliel’accarezzò.
“Quando sposai Giuseppe Balsamo credevo di amarlo e qualsiasi cosa mi chiedesse, lo seguivo. Lui imbrogliava la gente e viveva di espedienti ai danni del prossimo. Anche se era illecito, mi sembrava giusto assecondarlo perché era mio marito. Col tempo però ho preso coscienza del male che facevo agli altri, sicché mi rifiutai di collaborare. Ha appena visto i risultati del mio rifiuto... Due anni fa andò in Svizzera senza di me. Io restai a Londra dove incontrai un giornalista e il vero conte di Cagliostro: Alessandro, un aristocratico portoghese. Anche lui è dedito alla magia, così m'insegnò qualcosa della sua arte.
Quel che nessuno sa, è che mio marito era pagato dall’inquisizione per screditare Alessandro agli occhi del popolo.“ Lorenza restò in silenzio per qualche secondo.
--- Fine diciassettesima parte
