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ore 14:40 il mistero della macchina da scrivere

capitolo XI

Riassunto dei link precedenti
Arianna è preoccupata all'idea che il suo ex, appena uscito dal carcere, possa cercarla e ricominciare a picchiarla. Tormentata da tanti pensieri, si addormenta e... sogna.


 

Una suora aprì la porta che cigolò, raggiunse la piccola scrivania della stanzetta dove lasciò un piatto con della minestra.

 

“Vieni, mangia qualcosa.”

 

“Non ho fame.” Lorenza si alzò dal letto dove era sdraiata da ore a guardare il soffitto. “Voglio andare via, perché mi trattenete qui?”

“La difesa di tuo marito ti accusa di volerti ricreare un’onorabilità ma, se fosse vero quello che hai denunciato, saresti complice di lui, il Conte di Cagliostro.”


Arianna si svegliò con il cuore in gola. Ancora!!! Ma che succede oggi? Inquisizione, Cagliostro?
Calma! Ragiona, sei solo agitata…


 

Fragore di risate, di allegria e suoni improvvisi, irruppero. La festa era iniziata! La musica le giungeva davvero assordante, ma per una sera poteva andare, e poi Francesco era stato educato ad avvertire tutti i vicini.

 

Prese degli stuzzichini, una bottiglietta di acqua e tornò sul divano. Le sarebbe piaciuto scrivere qualcosa, ma adesso aveva il terrore di quella macchina e di quello che già aveva scritto.

 

Sentì il suono dell’arrivo di un messaggio. Si alzò e prese il telefonino dal tavolo. Lo aprì e rimase paralizzata dal terrore.

“STO ARRIVANDO TROIA.”
Numero sconosciuto.

Non riusciva a respirare, un dolore sordo, terribile al centro del torace, i muscoli del viso tesi, gli occhi sbarrati.
Se non mi uccide lui, morirò d’infarto! Si guardò intorno, corse a chiudere le finestre ancora aperte, tra nausea e tachicardia.
Un boato irruppe nella casa. Urlò terrorizzata, cercando di individuare da dove provenisse quel rumore. Si rese conto che erano soltanto i fuochi d’artificio dal giardino del vicino. Stanno facendo le prove, perché il boato rimase isolato.
Tremava e piangeva. Non può trovarmi…
Oh, si che può Arianna!

 

Salì in camera, chiuse tutte le finestre anche lì.
Entrò in bagno, si spogliò, si mise sotto la doccia… ma non sortì l’effetto sperato. Era ancora in ansia ed aveva paura. Riguardò il messaggio.
Non può avere il mio numero!
A quanto pare si!
Si vestì, decise che sarebbe andata alla festa. Almeno lì non sarebbe stata sola.

 

 --- Fine undicesima parte

 

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