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ore 14:10 il mistero della macchina da scrivere
capitolo X

Riassunto dei link precedenti
Arianna comincia a temere che l'antica macchina da scrivere trovata in cantina, sia veramente sotto incantesimo. Ora teme che ciò che la sera prima ha scritto per sfogarsi, possa far morire il suo collerico e violento ex. Quell'uomo intanto è appena uscito di prigione... e la sta cercando per vendicarsi!
Passò il resto del giorno rannicchiata sul divano, piangendo.
Non è giusto! Ero appena riuscita a riavere un po’ di tranquillità… Non può trovarmi ora… mi sono allontanata da tutti quelli che potevano ricondurlo a me. Ho faticato per cercarmi un nuovo lavoro, vivo da sola in un quartiere dove nessuno sa chi io sia.
Cloe saltò sul divano, acciambellandosi vicino a lei e facendo le fusa. “Cloe, quando sei entrata?” Disse carezzandola. Non faceva mai entrare la gatta in casa. Era libera nel giardino, poi la sera dormiva nella cuccia nel locale caldaie.
Cara Cloe, hai il dono di apparire sempre quando ho bisogno di te. Forse un essere umano neanche si accorgerebbe del dolore di un suo simile.
Lasciò che la gatta si addormentasse acciambellata accanto a se e, per non svegliarla si coricò, poggiando la testa sul bracciolo del divano.
Arianna si sentiva frastornata, stanca ed impaurita, così si addormentò… e sognò.
Stava percorrendo un lungo corridoio, ai lati del quale si aprivano tante piccole stanzette. Due suore l’accompagnavano, una aprì una porta e la fece entrare. Un letto, un inginocchiatoio, un piccolo comodino, una scrivania con una sedia. Tutto molto semplice e spartano.
“Perché mi avete portata qui? Dove sono?”
“E’ il convento di Sant’Apollonia. Hai denunciato tuo marito al Sant’Uffizio, ma poi hai rifiutato di firmare. La denuncia è stata acquisita nonostante il tuo rifiuto. Ora tuo marito è rinchiuso nel carcere di Castel Sant’Angelo.”
Si svegliò all’improvviso. Ma che cavolo di sogno! Sant’Uffizio?
Il solo pensarlo le fece venire i brividi. Questo fece aggiungere inquietudine, alla paura che già aveva.
Andò in cucina per bere, poi aprì la portafinestra per prendere una boccata d'aria. Fu investita da profumi di cibo ed un acceso vociare.
Già, la festa del vicino! E’ pomeriggio e fervono i preparativi.
Non aveva mangiato niente tutto il giorno e i profumi le misero appetito. Si fece un panino e spinta dalla curiosità salì le scale seguita da Cloe. Insieme uscirono sul terrazzo.
Arianna sbirciò di sotto. Gli addetti al catering stavano sistemando i tavoli ai bordi della piscina. Nella dependance in fondo avevano allestito una piccola cucina da campo ed era da lì che provenivano i profumi.
Non si era accorta che dal giardino Francesco la stava guardando assorto. Quando anche lei lo vide, aveva solo voglia di dileguarsi in fretta… lui affabile la salutò.
“Ha cambiato idea per stasera?”
Lei sorrise, e fece segno di no con la testa.
Rientrò rapidamente in casa e si diresse nello studio,dove tolse la coperta dalla macchina. Sembrava un’innocua e vetusta macchina da scrivere, ma se fosse vero quello che si afferma nel biglietto… era come una pistola carica che aspettava solo di essere usata.
Ritornò sul divano, non aveva voglia di fare niente. Solo di piangere senza una ragione.
E si addormentò di nuovo.
--- Fine decima parte

Casa Maia
vi augura
una buona lettura
ed un sereno
ottOMarzo
