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Ciao, sono Arianna, la protagonista del racconto.

Ti invito a salvare CASA MAIA, una casa protetta che accoglie donne vittime di violenza.

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Grazie e buon proseguimento di racconto.

Arianna

ore 11:50 il mistero della macchina da scrivere

capitolo VII

Riassunto dei link precedenti
Quanto scritto da Arianna la sera prima, si è inspiegabilmente verificato: il vicino è caduto ed ora è steso e privo di sensi nel giardino di casa...


 

“Ehi, tutto bene?” Gridò Arianna timidamente.
Nessuna risposta. Prese le chiavi di casa, scese in fretta le scale e uscì in pigiama. Quando fu davanti al cancello del vicino suonò. Nessuno rispose, del resto lui viveva solo in quella casa.
Che faccio? Chiamo aiuto? Stava tornando indietro per prendere il cellulare, quando lui le aprì.

 

“Ah… Salve! Sta bene?”
Lui la guardò ancora intontito.

 

“Non lo so, sono scivolato…”

 

“Si l’ho vista, ero in terrazzo.”

 

“Infatti, l’ultima cosa che ricordo è che salutavo lei.” Si portò la mano dietro la nuca. Improvvisamente impallidì, stava per perdere i sensi! Lei se ne accorse e cercò di mantenerlo in piedi.

 

“No, no, no, per favore non svenga… non ce la fac…” BAM!
Troppo pesante per una piccoletta come lei. Francesco crollò all’indietro portandosi appresso Arianna.

Cavolo, ha sbattuto di nuovo la testa!
Arianna si trovava sopra di lui. Dapprima provò a farlo rinvenire con dei colpetti sul viso.

 

“Ehi, andiamo si svegli!”
Il suo viso era a pochi centimetri da quello di lui, che in quel momento aprì quei profondi occhi scuri. Lei rimase ipnotizzata e provò una strana sensazione di appartenenza ed intimità già vissute. Il suo cuore prese a battere forte, mentre sentiva quello di lui fare altrettanto. Le parve di udire una voce nella sua mente: “Alessandro, ti amo!”
Ma... cosa mi succede?

 
Quando Francesco aprì gli occhi, si ritrovò il viso di lei a pochi centimetri dal suo. Si sentì attratto da quegli occhi verdi, che aveva l'impressione di conoscere a memoria…
Gli balenò nella testa un: “Lorenza ti ho ritrovata... amore mio!”
Stordito, s’avvicinò al viso di lei. Cercava di ricordare… ma nel momento in cui un ricordo sembrava affiorare, subito svaniva. Oddio che sta succedendo? Neanche la conosco!

 

“Una manovra di rianimazione?” Le disse lui sorridendo e provando ad attirarla a sé.

 

“Vedo che si è ripreso.” Fece lei alzandosi bruscamente.
Lui, ancora in terra, tese il braccio verso lei per chiedere aiuto nell’alzarsi.

“Credo che ce la faccia da solo.” Rispose Arianna, che si voltò ed uscì dal cancello.


Entrò in casa agitata.
Si chiedeva perché avesse provato quelle strane sensazioni di intimità con Francesco, se neanche si conoscono. E poi chi fosse mai quell’Alessandro che le era balenato in mente.  
Porca miseria, ma che succede? E’ tutta colpa di quella macchina da scrivere. Deve essere autosuggestione, si non c’è altra spiegazione.
Entrò in salone, si avvicinò al tavolo e la guardò. Non può essere! Sono solo coincidenze! Succede tutti i giorni che qualcuno perda l’equilibrio e cada.
Ma una strana inquietudine si impossessò presto di lei. Girò intorno al tavolo guardando con timore quella macchina, perché c’era dell’altro che lei aveva scritto… e ora quel qualcosa la spaventava.

 
 --- Fine settima parte

 

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