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Questo racconto,

come l'intero progetto MAI PIU' DEBOLI,

è realizzato senza sponsor, senza finanziamenti e senza denaro pubblico.

 

La pagina Mister OM è costantemente impegnata in attività mirate alla sensibilizzazione verso le problematiche femminili.

ore 08:30 il mistero della macchina da scrivere

capitolo II

Riassunto del link precedente
Nel rovistare in cantina, Arianna trova un’antica macchina da scrivere e decide di portarla in casa. Si è fatta sera. Mentre cerca di capire se la macchina funziona, suonano alla porta…

 

Raggiunse il videocitofono.

 

- ”Si, chi è?”

 

-“Sono Francesco, il nuovo vicino.”

 

Eeeeh... ti ho visto. Che cavolo vuoi?
- “Si?” Chiese educatamente.

 

- “Mi scusi se la disturbo, posso parlarle un attimo?”
Mmm, che rompiballe! Arianna si guardò le mani sporche di polvere e inchiostro secco per aver cercato di far funzionare la macchina da scrivere.

 

-“Un attimo.”
Disinserì l’allarme, aprì il cancello e poi la porta. Lui oltrepassò il cancello sorridendo ed arrivò fin davanti a lei. Vedendo che non lo invitava ad entrare, lui le offri un piccolo bouquet di roselline.

 

Lei rimase seria e chiese: “Cosa sono?”

 

-“Fiori, per lei.”

 

-“Perché?”

 

- “Regola del buon vicinato: i nuovi arrivati vengono a presentarsi e... siccome non sono capace di fare dolci, le ho portato dei fiori. Mi chiamo Francesco.” Lui le tese la mano.
-"Arianna" fece lei, tendendo la mano senza entusiasmo e poco propensa alla conoscenza. Lui rispose con una stretta calda, forte, che quasi le fece male.

 

- “Mi creda, non era necessario. Non faccio caso alle regole del buon vicinato.”

 

- “In realtà volevo anche dirle che domani sera darò una festa per inaugurare la casa. Ci sarà gente e musica dal vivo a bordo piscina. Probabilmente faremo molto tardi… quindi, spero ci scuserà se per una sera sentirà un po’ di confusione?”

 

- “Va bene, grazie per aver avvertito.” Stava già richiudendo la porta quando lui, porgendole ancora i fiori, le ricordò l'omaggio. Lei li prese meccanicamente.

 

- “Grazie.”

 

- “Senta… perché non viene anche lei a bere qualcosa domani sera?”

 

- “No, la ringrazio.” Lui notò le macchie d’inchiostro sulle mani di lei.

 

- “Cosa sta cercando di riparare?”
Oddio ma un pacchetto di affari tuoi no, eh? In quel momento Cloe, vista la porta aperta, sgattaiolò dal giardino e si infilò dentro casa.

 

- “Cloe non entr….”
La furba era già dentro, si fermò a pochi passi da loro e li guardò.
- “Forza Cloe, torna in giardino.”
L'uomo intanto si accovacciò e tese la mano verso la gattina.

 

- “E’ inutile non si fa toccare da nessu…”
Cloe corse verso di lui, strusciandosi tutta e facendo le fusa. Stronza!!!
Lui la prese in braccio e con delicatezza la accarezzò, mentre la gatta si godeva amabilmente le coccole.

 

- “Ma è buonissima!”

 

- “Di solito non fa così con gli estranei.”

 

- “Allora si vede che le sono simpatico.”
Alla padrona no, quindi levati dalle palle! Arianna lo guardava rigida, aspettando che mettesse giù Cloe e se ne andasse. Lui mise per terra la gattina che però rapida sfrecciò verso il salone. Si sentì un rumore di vetro che cade in terra. La seguirono.
Arianna poco prima aveva posato sul pavimento il vaso di vetro coi fiori, togliendolo dal tavolo per far posto alla macchina da scrivere. Cloe ora lo aveva urtato, facendone uscire l’acqua con i fiori.

 

- “Che disastro!”
Lanciò un’occhiattaccia a Cloe, che intanto si era nascosta sotto il tavolo.
Lui si avvicinò e raccolse il vaso risistemandoci i fiori.


- “Lasci che l’aiuti.”

 

- “Non c’è bisogno grazie.”
Lei sfilò bruscamente il vaso dalle mani di Francesco e lo poggiò sul tavolo assieme ai fiori che lui le aveva appena donato.
- “Prendo qualcosa per asciugare” fece Arianna in tono acido.
Andò in cucina e strappò dal rotolone alcuni fogli, tornò in salone ed asciugò alla meglio l’acqua.
Fu in quel mentre, che lui vide la macchina da scrivere.


--- Fine seconda parte 

 

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