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A Milano la marcia in bicicletta delle donne islamiche per rispondere all'imam e dire no ai preg

  • Immagine del redattore: Silvietta Claretti
    Silvietta Claretti
  • 29 mar 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Otto chilometri di pedalata per protestare contro un imperativo sentito come ingiusto: "Le donne non dovrebbero andare in bicicletta". Così le donne islamiche delle associazioni di Milano sono montate sulle due ruote - alcune messe a disposizione dal bike sharing meneghino - e, domenica 13 marzo, hanno attraversato la città da via Padova a Porta Venezia. Con il velo o senza il velo, le associazioni hanno voluto rispondere all'imam di Segrate, comune della città metropolitana di Milano, che lo scorso 11 aveva dichiarato davanti alle telecamere di Striscia la Notizia: "Essendo la donna una cosa sacra, una cosa di valore… Il diamante non è che lo si mette così… Nella Cadillac, nella Mercedes, ma non sulla bicicletta… È più decoroso". Parole poi rettificate, ma da non sottovalutare.

La manifestazione, a cui hanno partecipato anche donne non islamiche e uomini, è stata sostenuta da varie associazioni e realtà. In primis il Caim (Coordinamento associazioni islamiche Milano), i Giovani musulmani d’Italia, l’Associazione Islamica di Milano, Donne musulmane in Italia, Donne e Mamme Musulmane e il Centro Islamico di Milano e Lombardia. Per scardinare i pregiudizi maschilisti, il Caim ha avviato il 5 marzo il progetto “Aisha”: incontri rivolti agli imam per riconoscere le vittime di violenza e sostenerle nel percorso di denuncia, corsi di formazione per mediatrici culturali, incontri rivolti ai genitori e agli adolescenti o alle coppie.


 
 
 

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