Il gesto più semplice e potente
- Mister OM
- 3 dic 2015
- Tempo di lettura: 1 min
Alcuni pensano che per partecipare all'ora di silenzio, sia sufficiente spegnere i computer. Nell'idea dell'autore, in quell'ora sarebbe opportuno essere connessi per poter vivere ed assaporare quel silenzio di cui si è protagonisti.
L'essere presenti ci offre uno spazio in cui pensare, ma senza il bisogno di doverlo manifestare con un post e di avviare la corsa al raccogliere i "mi piace". In pratica, si sperimenta il pensare cOMe lo si è fatto per generazioni, prima dell'avvento dei Social.
Si vive in un'epoca dOMinata invece dall' "ansia da parlato"; di quel bisogno cioè di cOMmentare, di ribattere e di far prevalere il proprio pensiero. Per questa ragione, si sottrae tempo ad un aspetto essenziale per la crescita di ogni individuo: la riflessione.
L'aspetto sociologico dell'iniziativa, è qui: un silenzio mediatico può destabilizzare quelle certezze che proprio la telematica, con le sue dinamiche, ha originato in noi e di cui non nutriamo coscienza alcuna. Non ne nutriamo coscienza, perché siamo dentro al meccanismo. L'ansia, deriva dal bisogno di cOMpetere e di affermarsi.
Il silenzio, invece, rasserena. Spenge i riflettori sui "protagonismi" ed offre spazio ad una meditata riflessione, dove intima può esser finalmente, la rilettura dei nostri pensieri.
Ferma la violenza, con un atto di coscienza.
In tutto il mondo, nello stesso mOMento, un'ora di completo silenzio telematico per prendere coscienza dell'emergenza violenza.
LA SOLA COSA IMPOSSIBILE, SARA' FINGERE DI NON ESSERSENE ACCORTI.

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