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Le umili ragioni, per cui scelsi l'ora e non il giorno - di Mister OM

  • Immagine del redattore: Silvietta Claretti
    Silvietta Claretti
  • 1 mag 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando nell'aprile del 2014, prospettai il progetto "Un'ora di silenzio sul web", molti mi scrivevano che ero matto a pensare di poter fermare la rete fosse anche solo per un breve minuto.

Ma spesso il tempo e le azioni fanno cambiare il punto di vista alle masse e -visto il crescente seguito dell'iniziativa- adesso mi scrivono che l'ora di silenzio è persino ben poca cosa e che servirebbe un giorno intero.

Io non sono affatto contrario ai divergenti pensieri che quotidianamente mi giungono, perché sono gli stessi che io mi posi nell'ideare l'iniziativa.

Proverò dunque a spiegare le ragioni di una scelta che, valida o meno che sia, non conosce precedenti nella storia dell'Umanità.

Ringrazio sin d'ora, quanti avranno la bontà di seguirmi.

Scelsi l'ora e non il giorno, perché l'ora fornisce una più fattibile applicabilità di carattere geografico in primis, e psicologica di rimando.

Il giorno, cOMe a tutti è ben noto, inizia in un mOMento diverso in ogni punto del pianeta, a seconda del fuso orario in cui ci si trova.

In breve, per far osservare un giorno di silenzio a tutto il mondo (o foss'anco un giorno di canti e di balli), si prospetterebbero due ipotesi:

a) imporre per l'occasione un giorno con inizio e fine codificati (e che risulterebbe privo di senso astronomico in gran parte del pianeta);

b) ciascuno inizia il giorno quando questo ha normalmente inizio sul suo fuso d'appartenenza.

La seconda ipotesi, appare la più percorribile, ma solo se non ci si riflette sopra.

I fusi orari sono tanti. Oltre ai 24 principali -distanziati di un'ora l'uno dall'altro- ce ne sono di meno noti, posti a 15, 30 o 45 minuti dal precedente (tra questi l'India, per citare un esempio).

In breve, il giorno inizia in quasi quaranta mOMenti diversi nel mondo.

Tralasciamo per un mOMento coloro i quali cOMunque non parteciperebbero all'ora di silenzio sul web e dunque posterebbero normalmente.

A postare e cOMmentare insieme a loro, ci sarebbero anche tutte quelle persone che, pur volendo partecipare, hanno il proprio giorno non ancora astronomicamente iniziato oppure già finito.

Qui, subentra quell'aspetto psicologico cui facevo accenno.

L'essere umano è fragile nella volontà. Inoltre, spesso cOMpie azioni che sa essere non giuste, cercando giustificazione nel fatto che "anche altri l'hanno fatto...".

In breve: se io vedo che gli altri postano, allora posto pure io, fingendo d'ignorare il fatto che quelli lo fanno perché il loro fuso è già al dOMani (o ancora a ieri).

Ma con l'ora, è diverso.

L'intervallo di tempo di un'ora, è un lasso di tempo che può esser reso codificabile e dunque simultaneo e debitamente identificabile in tutto il pianeta.

Per tutti (se lo desiderano) inizia in un medesimo istante, ed in uno stesso medesimo istante pone il suo termine.

Tutti, possono vivere quella simultaneità, quell'abbraccio globale, quell'energia di milioni di persone che si uniscono in un gesto pacifico e di presa di coscienza.

--

Ancora un grazie a quanti hanno saputo giungere fin qui.

Le ragioni che ho esposto, tutte opinabili, seguono una evidente logica.

La stessa logica, che ha permesso oggi di avere questo evento che cresce ogni giorno di più. Anzi, ogni ora di più...

Mister OM

 
 
 

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