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capitolo VIII

Sara sognò un luogo all’aperto, con fuochi accesi nella notte. Sembrava un campo nomadi. Era seduta su una sorta di trono e vestiva come una regina. Davanti a lei, sopra un palco di legno circolare, c'era un uomo che ballava una danza sensuale. La musica era il Bolero di Ravel. A lui si avvicinano poi delle donne, con solo indumenti intimi indosso. La musica e i tamburi stordivano Sara mentre i ballerini mimavano atti sessuali. Non riusciva a vedere in viso l’uomo, nascosto dal ritmico turbinio dei corpi.
La musica si fermò all'improvviso e le donne portarono l'uomo verso una ghigliottina senza lama. Lo fecero inginocchiare. Una donna porse a Sara una pesante spada e lei così armata  si incamminò verso la ghigliottina. L’uomo inginocchiato era… Walter.
La spada colpì violentemente. La testa cadde in terra e si arrestò ai suoi piedi. Il volto non era più quello di Walter… ma quello di suo padre!

Si svegliò di soprassalto. Agitatissima si alzò e, ancora instabile sulle gambe, si diresse in cucina. Era notte fonda, prese una tazzina per il caffè, ma le mani ancora tremanti le fecero cadere la tazza, che si ruppe in tanti pezzi. Si chinò per raccoglierli.

"...Forse la mia mente si è focalizzata sui brutti ricordi e sul quadro della Gentileschi. In fondo sono le ultime cose che ho pensato prima di addormentarmi e così ho elaborato il sogno" si disse per calmarsi.
Ancora scossa si sedette alla macchina da scrivere. Tanto di dormire anche quella notte non se ne parlava.

"Cercherò di scrivere la traccia del racconto per sommi capi, poi in un secondo tempo aggiungerò particolari e dialoghi".

Allora… in che epoca faccio catapultare Giuditta?
Proviamo con il XII secolo!

 

Giuditta attraversa la luce accecante e giunge in un luogo un po’ isolato. In lontananza scorge un… castello? No, un Convento!   
Vediamo… incontra una ragazza che piange disperata. Giuditta ancora frastornata si avvicina, la ragazza è vestita con abiti antiquati, lei invece ha un paio di jeans e una maglietta. Giuditta però riesce a guadagnarne la fiducia. La ragazza le confida che tra due giorni si sposerà. E' felice perché ama il suo sposo... ma teme la prima notte di nozze, perché dovrà trascorrerla con il padrone del Feudo.
Feudo? Che feudo? In che anno siamo?
...1300? Oddio, mi sento male! Come è possibile? …quella specie di porta che ho scavato…no, non è possibile!

Giuditta per reazione alla paura, scappa e cerca di tornare indietro... ma non ritrova l'uscita perché celata dalla vegetazione. Stanca e sperduta, ritorna dalla ragazza e le chiede ospitalità... senza però spiegarle la sua stuazione, perché sarebbe stata presa per pazza, o peggio ancora per strega!

La ragazza la porta nella casa dove vive con i suoi genitori. Le fa indossare un suo vestito e le racconta della sua ripugnanza verso il feudatario.
“Ti aiuterò, escogiteremo qualcosa.” Giuditta aveva con sé antidolorifici e un flacone di sonnifero.
Quando venne la notte del matrimonio, fece prendere il sonnifero al feudatario. La mattina lui si sveglia rintronato, ma convinto che ci sia stato un trucco. Poi vede delle tracce di sangue sul lenzuolo... e se pur con reticenza, abbandona i suoi dubbi.

Ok, per  adesso sono dei buoni appunti.
La ragazza sposa si chiama, vediamo un po'… Artemisia!


Facciamo che Artemisia ha una sorella di nome Margherita, che si è unita al gruppo di briganti con a capo l’eretico Fra Dolcino. Giuditta sa che Fra Dolcino e la sua banda vennero catturati giovedì 13 marzo 1307 e poi uccisi con indicibile atrocità.
Allora prova a mettere in allarme Artemisia, che però si spaventa. La banda di Fra Dolcino viene dunque catturata e il 15 marzo vengono uccisi davanti al popolo.

Artemisia viene fortemente provata dallo straziante spettacolo. Grida a tutti che Giuditta le aveva predetto ogni cosa. Additandola, l'accusa di essere una strega e che usa pozioni magiche.
Il feudatario la denuncia al frate Domenicano Bernardo Gui, l'inflessibile inquisitore cui avevano affidato anche Fra Dolcino.
Giuditta viene condotta nei sotterranei del convento e dopo un sommario processo, viene condannata al rogo.

Sara aveva scritto senza fermarsi ed era ormai tarda mattinata.
Dovrò inventare qualcosa per salvare la poverina! Ha già sofferto la tortura, non voglio che muoia bruciata. Va beh adesso sono stanca ed ho fame, più tardi riprenderò.




 

Fine dell'ottavo post. Prossimo post alle 16:00

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