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capitolo IV

La pulì per bene. Il nastro però appariva stranamente nuovo per una macchina così vecchia.
...Forse è su questa macchina che comincerò a scrivere il mio prossimo libro. Voleva partecipare al Premio letterario Città di Lugnano.

Suonarono alla porta, era l’idraulico. Lo aveva chiamato per una perdita d'acqua in cantina. Lo fece entrare, poi aprì la porticina della cantina lasciandovi attaccato il mazzo di chiavi.

"Dobbiamo rompere il muro" esordì l'idraulico indicando dei mattoni bagnati, "probabilmente qui sotto passano i tubi e qualcuno si è bucato".

“Va bene, quando può cominciare?”

“Io non posso farlo. Prima deve chiamare qualcuno per rompere e portare alla luce i tubi, poi verrò a controllare.”

“Quindi prima ci vuole un muratore?”

“Si. Se vuole posso mandarle un mio amico.”

“Va bene, mi faccia sapere.”
Accompagnò fuori l’idraulico e tornò giù. Guardò di nuovo il muro… si concentrò su un pensiero che si stava affacciando… La macchia era grande come un arco… cosa potrebbe essere? ...Una porta! Perché no? Una porta, sì. Un varco temporale. Se la oltrepasso mi catapulto in un’altra epoca. Ecco lo spunto per il libro!
Ok, ci provo e vediamo cosa viene fuori…

Salì nello studio, accese il computer…poi guardò la macchina da scrivere …perché no? Inserì un foglio e si accomodò davanti al vetusto oggetto.

Devo trovare un nome alla protagonista. Ci vuole un nome forte, combattivo... perché non so cosa troverà al di là del muro.
La chiamerò Giuditta: come l'eroina biblica.
Mi piace! E cominciò a scrivere...

 

Sara descrisse minuziosamente ogni cosa. Giuditta viveva sola in una grande casa (proprio come lei). Un giorno scendendo in cantina per prendere degli attrezzi da giardino, udì rumori e voci provenire dal di là del muro. Ma dietro quel muro non c'è mai stato niente, solo la terra del suo giardino.

Incuriosita prese un piccone e cominciò a dar colpi sui mattoni che si sgretolarono facilmente. Presto il buco fu abbastanza grande da poterci infilare una mano, tastò nel buio davanti a se. Strano, solo aria... e niente terra!
La curiosità divenne forte e riprese a picconare fino a che il foro non fu grande abbastanza da poterci entrare. Fece un passo dentro… buio pesto, ovunque.  Giuditta tornò indietro e andò di sopra per prendere una torcia. Istintivamente indossò anche la tracolla che era sul tavolo. Aveva sempre paura di rimanere senza gli antidolorifici per il mal di testa che l'assillava.
Entrò di nuovo nel foro. Assolutamente niente... solo buio pesto. Ma in lontananza, ecco ancora le voci! Fece qualche altro cauto passo e si guardò attorno, ma la luce della torcia non illuminava che… altro buio. Qualche altro cauto passo, ora sentiva più nitide le voci provenienti da… da quel nulla davanti a se. Poi ebbe come la visione di lei che sbatteva il viso contro un muro… o contro la terra. Impatto violento, ma senza dolore e il suo corpo attraversò quella terra... per ritrovarsi nella luce accecante...



 

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Fine del quarto post. Prossimo post alle 12:00

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