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capitolo XVI

Il frate si avvicinò. Si inginocchiò al suo fianco e, dolcemente, le prese il viso tra le mani.

“Sara… tesoro, mi senti? Ora è tutto finito. Ti porto a casa.” Lei aprì gli occhi.

“Tu??? Che ci fai qui?” Poi perse le forze e tutto si fece buio.

 

Nel torpore cercò di aprire gli occhi.
Una luce bianca la investì ed istintivamente li richiuse. Dopo qualche secondo ci riprovò, ma più dolcemente.
Sulla sinistra c'era una grande finestra, poi un comodino con garze e medicinali. In fondo al letto un televisore piatto fissato al muro. E aveva una flebo sul braccio. Sono in ospedale... ma sto sognando adesso o sognavo prima?
Fece per muoversi ma ebbe un lancinante dolore allo sterno. Ogni respiro era una coltellata. Chiuse gli occhi e cercò di respirare piano.

Sentì aprirsi la porta della stanza. Con cautela girò la testa. Vide suo fratello avvicinarsi e carezzarle il viso per poi abbassarsi e baciarle la guancia.

“Ciao, come stai?”

“Ciao Francesco… non lo so… mi fa male tutto.”

“Ti hanno dato un antidolorifico. Ora hai bisogno di riposo”

“Francesco… sono confusa… cosa è successo? Come hai fatto a …trovarmi? Credevo proprio che sarei morta.”

“Hai usato una macchina da scrivere stregata. Tutto quello che scrivi si avvera. A proposito, come ne sei venuta in possesso?”

“L’ho comprata a Porta Portese da un robivecchi.”

“Certo! Devono averla venduta…”

“...Chi?”

“I ladri che l’hanno rubata a me.”

“E... tu come mai avevi una macchina da scrivere stregata? Sembra una cosa così assurda…”

“E’ una lunga storia, appena starai meglio te la racconterò… “

“Come hai capito che ero in pericolo?”

“Erano giorni che ti cercavo e tu non rispondevi più al telefono, così sono venuto a casa tua. Ho trovato la macchina parcheggiata in giardino, quindi ho pensato che dovevi essere dentro... ma suonavo e non aprivi. Così ho forzato una finestra, credevo fossi in casa e avessi bisogno di aiuto. Invece ho visto subito la macchina da scrivere, l’ho riconosciuta. Ho letto tutto quello che avevi scritto e sono saltato attraverso il buco che avevi fatto nel muro. Ma prima ho riscritto il finale!”

“Ho avuto tanta paura.” Gli disse attirandolo a se. Lui la abbracciò.

“Lo so. Ma sei stata coraggiosa, come quando eri bambina.”

“Ahi, non stringere troppo forte…”

“Scusa.” Disse allontanandosi.

“Ero una bambina cattiva… non coraggiosa.”

“Beh tanto per cominciare, in un cimitero di notte non ci andrei neanche adesso da adulto.”

“Ero disperata… volevo la mamma. Mi manca tantissimo!”

“Anche a me.” Lei lo guardò.

“Pensavo non vi importasse.”

“Forse siamo stati più bravi a nascondere il nostro dolore.”

“Io invece vi ho fatto impazzire …tutti!”

“Ora riposa Sara, torno tra un po’.”

“Dove vai?”
“A casa tua, questa volta quella macchina sparirà per sempre.”

Era giunto quasi alla porta.
“Francesco?”

“Si?”

“Papà come sta?”

“E’ stato dimesso stamattina, ma solo perché ha fatto il diavolo a quattro contro il parere dei medici. Sta venendo qui. La mia ragazza, Arianna, è andata a prenderlo. E questa volta non se ne andrà, ti avverto!”

“Questa volta potrà restare” disse Sara mentre Francesco usciva, poi lei si girò su un fianco e si addormentò.
 

Nessuno sapeva che qualcun altro aveva ascoltato tutto quel dialogo.
C'era un uomo nascosto nel bagno della stanza di Sara! Aveva ascoltato quel che i due fratelli si eran detti, ed ora ne stava uscendo...

Il giorno prima anche quell'uomo si trovava in quel pronto soccorso per una brutta caduta. Fu lì che vide giungere Francesco con Sara in braccio e priva di sensi. Nonostante lei avesse il viso coperto di sangue, lui aveva riconosciuto il volto di Sara!
L'indomani tornò in ospedale e con una scusa era riuscito a sapere il numero di stanza della ragazza. Non visto vi si introdusse ma, sorpreso dall'arrivo di Francesco, si nascose nel bagno.
Dopo che Francesco uscì dalla stanza, Sara chiuse gli occhi e si addormentò quasi subito. L'uomo uscì dal bagno, diede un ultimo sguardo verso il letto e rapido si allontanò.
Era Walter!


Walter pedinò Francesco, parcheggiando a qualche metro di distanza dalla macchina di lui. Lo vide scendere dall'auto e salutare una donna con un giovane operaio che stavano aspettando fuori del cancello. L'operaio prese una parte dei mattoni per tappare il foro in cantina, entrarono e lasciarono il cancello aperto per i viaggi successivi.
Walter ne approfittò per scendere dalla macchina e nascondersi in giardino.


 

Fine del sedicesimo post. Prossimo post alle 21:00

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