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capitolo XIV

Quando si svegliò, aveva fame e freddo.

Pur se debole, vagò ancora due giorni cercando inutilmente l’uscita che l'avrebbe riportata a casa. Bevve acqua dal ruscello e mangiò mele colte da un albero. Una sera, non sapendo nemmeno dove si trovasse, si sdraiò in terra e si addormentò.

Fu svegliata bruscamente da voci e braccia che la tiravano su di peso. Spaventata aprì gli occhi e vide i genitori di Artemisia e il feudatario che la scuotevano.
Oh no! Ancora! Voglio svegliarmi!

“Finalmente ti abbiamo trovata!”

“Cosa volete da me?”

“Chi sei? Da dove vieni?” Il padre della ragazza le si rivolse minacciosamente. Lei non rispose.

Cosa gli dico? Che vengo da un’altra epoca? Anzi... dal futuro ed è per questo che conosco il corso della storia? No, sapeva come l’avrebbero presa. Avrebbero detto che era una strega! Preferì il silenzio e si lasciò trascinare fino in città.
Trovarono una folla in delirio. Una donna, legata su una pira pronta per essere incendiata, urlava tutto il suo terrore con quanta voce aveva in corpo. Artemisia guardandola, piangeva singhiozzando. Quella lì sopra era sua sorella Margherita!
Le urla di Margherita divennero disumane quando le fiamme le incendiarono i lunghi capelli che le arrivavano sui fianchi. Poi divamparono lingue di fuoco che le investirono il viso. Dopo qualche minuto le urla strazianti finirono… seguite da un silenzio di morte.

Arrivò poi un carro con Fra Dolcino legato mani e piedi. Era alla mercé di uomini che con tenaglie arroventate da carboni ardenti, strappavano pezzi di carne dal suo corpo. Non un lamento per tutto il tempo della tortura. Poi qualcuno avvicinò le tenaglie roventi al suo pene, strappandolo via. Solo allora tradì una piccola smorfia di dolore, poi svenne.
Quando lo misero sul rogo, era già cadavere.

Sara assisteva terrorizzata a quelle scene deliranti. Girava il volto per non vedere... ma il puzzo di carne bruciata misto a legna e cenere, non le concedevano tregua.
"E’ come nel mio racconto, si sta avverando tutto. Tutto!"
Il feudatario non l’aveva lasciata un attimo e le stringeva il braccio fino a farle male.

"E' una strega" urlò Artemisia.
“Quella donna mi ha descritto ogni cosa prima che accadesse. E quando l’ho incontrata nella radura, già sapeva del mio matrimonio. Mi ha persino offerto il suo aiuto per… “ Guardò timorosa il feudatario "…per evitare la prima notte con lui!"

“Chi sei -urlò il feudatario- e come mai conosci il futuro? Sei una strega!” Tutti si girarono a guardarla. La paura la attanagliò.

“No, non è così…”

“A me ha dato qualcosa quando stavo male -disse la madre della ragazza- e il dolore è sparito immediatamente. Cos'era... una pozione magica?”.

“Era solo un antidolorifico…” Disse con voce flebile.

“E la sera del matrimonio… cosa mi hai dato…?” Infierì il feudatario. Il popolo era tutto intorno a loro.

“E’ una strega…”

“E’ una strega…”

“Se la fa con il diavolo…”

“Lasciatela stare!” Urlò Jacopo facendosi largo.

Il padre lo immobilizzò.
“Stanne fuori, sei impazzito?”

“Padre, lei non ha fatto niente!” Riuscì a liberarsi e raggiunse Sara. Lei lo guardò.

“Aiutami, ti prego!” Lui fece per toccarla, ma fu bloccato.

“Nooo!!!” Ruggì dibattendosi freneticamente nel tentativo di liberarsi.

“Se le mettete le mani addosso, giuro che vi ammazzo!”

Sara venne trascinata via con ancora l’urlo di Jacopo che le risuonava nelle orecchie.

“Consegniamola al tribunale dell’inquisizione.”  
Jacopo lottò con tutte le sue forze mentre Sara veniva portata via. Lo trattennero in tanti fin quando il pesante portone del convento non venne chiuso.



 

Fine del quattordicesimo post. Prossimo post alle 20:00

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